“Attimi di noi”: una breve recensione e un gesto solidale

Attimi di noi – Storie di adolescenti con tumore è il titolo di un’antologia, a cura dell’associazione livornese Adolescenti e Cancro, della quale avevo parlato in questo post quasi un anno fa (forse ricorderai l’illustrazione di apertura, che qui ho riproposto). A quella segnalazione avrebbe dovuto far seguito una recensione; poi, invece, impegni e distrazioni varie mi hanno fatto desistere – cosa di cui mi sono sempre un po’ vergognata.

16-01-2017-bPensavo che, a distanza di così tanto tempo, recensire il volume non avesse più tanto senso a meno che non ci fosse un’occasione a cui “agganciarlo”, una ragione extra che mi servisse a contestualizzare quel che avessi da dire sui racconti.

A titolo personale, la ragione l’avevo eccome: nel giro di due anni, tre persone a me care (non adolescenti ma nemmeno decrepite, anzi tutt’altro) hanno dovuto intraprendere la battaglia contro il Nemico, o contro l’Alieno come lo chiamava Oriana Fallaci, e stanno tuttora combattendo. Di queste tre, una mi ha confermato la situazione pochi giorni fa – io avevo dei sospetti, ma sentirsi dare una certezza su queste cose non fa mai piacere. Ha iniziato la chemio da poco, e insomma mi sento un po’ scossa.

16-01-2017-cPerò, non ero certa che un coinvolgimento personale fosse una ragione sufficiente a riprendere l’argomento qui nel blog. La domanda era: posso trasmettere a te, che mi leggi, un coinvolgimento sufficiente a trasformarlo in una “call to action” in modo da dare un aiuto vero, pratico, concreto a questi ragazzi? Non ne ero certa: di campagne per la raccolta di fondi a favore della ricerca sul cancro ne vengono fatte in continuazione. La loro buona riuscita dipende anche non solo dall’efficacia generale, ma anche da quanto fanno riferimento a qualcosa di contingente, di specifico, che sia in grado di attirare l’attenzione, possibilmente un obiettivo preciso (acquistare un macchinario per un ospedale, garantire tot mesi di terapia a un paziente, ecc).

Bene: oggi l’obiettivo specifico C’È!!! Si tratta di una raccolta fondi credo un po’ diversa dal solito, che non ha tanto a che fare con malattia e cure, quanto con quel minimo di evasione dalla malattia che, ogni tanto, è giusto possa esistere. Insomma, è una raccolta fondi per consentire, a un gruppo di nove ragazzi fra i 13 e i 24 anni, che hanno combattuto o stanno combattendo l’Alieno, di andare in vacanza per qualche giorno. Puoi trovare tutti i dettagli su questo sito di crowdfunding, comprese le modalità per le donazioni (Paypal oppure bonifico bancario).

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Io ho già provveduto a fare la mia particina (qua sopra te ne fornisco la prova) e adesso approfitto della circostanza anche per darti la mia opinione sull’antologia, che puoi scaricare da questa pagina.

Sono racconti? Non esattamente. Assomigliano più a pagine di diario, ad appunti su un tablet, a confidenze tra amici. Sono di alta qualità letteraria? Dipende da come intendi la domanda. Se vuoi un giudizio tecnico e stilistico, non posso mentirti o dire che si tratta di componimenti dall’imprescindibile valore artistico. Però, in comune con la letteratura contemporanea più diffusa e apprezzata, hanno un elemento importante: un approccio diretto e privo di fronzoli. Ciascuno dei diciannove contributi, anche se a volte in modo un po’ rozzo, ti trascina dentro l’esperienza della battaglia contro la malattia e soprattutto sul modo in cui essa è arrivata a tradimento nelle vite di questi ragazzi, che di punto in bianco hanno dovuto rivedere priorità, obiettivi, abitudini. Ci sono resoconti che seguono giorno dopo giorno l’evolversi del tumore, le terapie, i momenti di sconforto e quelli di coraggio; ce ne sono altri che sintetizzano, in poco più di una pagina, un intero universo di sfide affrontate e lezioni apprese.

04-02-2016-BSe leggiamo storie per vivere esperienze sconosciute, per entrare in mondi ignoti, allora ciascuno di questi contributi è una porta verso un’altra dimensione. Una che, per ovvie ragioni, evitiamo il più possibile. Ma almeno un’occhiata bisognerebbe dargliela, perché non possiamo sempre girare la testa dall’altra parte. Il mio suggerimento? Leggerti l’antologia e poi contribuire al crowdfunding di cui ti parlavo. Non perché ti sentirai meglio, o perché capirai di più, o perché qualcuno ti dirà grazie. Solo perché è la cosa giusta da fare.

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