Jessica Jones season 2 – Fantasy
Jessica Jones, come avevo sperato, ha ottenuto una seconda stagione: peccato però che siano passati più di due anni dalla prima (di cui avevo parlato in questo post) e, soprattutto, che la seconda sia stata deludente. Anche se confesso che un po’ lo temevo: sarebbe stato veramente incredibile riuscire ad eguagliare la potenza dei primi tredici episodi.
Attenzione, da qui in poi ci sono degli spoiler: non procedere con la lettura se ti danno fastidio.
A non avermi convinta è la trama principale, quella che porta Jessica indietro nel tempo alle sue origini e a ritrovare sua madre, finora creduta morta. Non so, forse è che di storie sulle origini dei supereroi ne ho lette a decine e dopo un po’ non dico che si assomiglino tutte ma di sicuro hanno tanti punti in comune. E insistere per troppe puntate sugli stessi tormenti interiori alla lunga si fa stucchevole.
Ho apprezzato la parte sul passato di Trish, che va a scavare in un fenomeno mai abbastanza denunciato, né dalle fiction né dal giornalismo: le giovani star. Bambine o ragazzine spinte in modo ossessivo dai genitori a posare per riviste o cataloghi di abbigliamento, ad affrontare provini, a lavorare nel cinema o nella tv o nella moda con la speranza che diventino vere e proprie star, così da guadagnare tanto e, soprattutto, riscattare le esistenze più banali e quotidiane (quando non fallimentari) dei genitori. Su questo argomento vale la pena leggere il libro-inchiesta Bellissime, della giornalista Flavia Piccinni: c’è da rabbrividire.
Ma, forse ancora di più, è un’altra sottotrama quella che supera per dramma e intensità la storia principale, ed è quella riguardante Jeryn Hogarth, l’avvocata superba e spietata, che riscopre tutta in una volta la sua fragilità umana quando scopre di essere malata di SLA. È uno stadio iniziale, ma il terrore del futuro e il disperato desiderio di guarire conducono Jeryn a scelte ingenue e a frequentazioni pericolose. Carrie-Anne Moss dipinge lo strazio del suo personaggio con una forza spaventosa: la scena in cui Jeryn, dopo aver creduto in una guarigione miracolosa, si rende conto di essere ancora malata, è una pugnalata al cuore.
Il finale mi lascia perplessa: vedo incoerenza tra il personaggio di Trish com’è stato descritto finora, il suo legame con Jessica e l’omicidio a sangue freddo di cui si rende responsabile. Se non altro, l’ultima scena lascia pensare a uno sviluppo che si avvicini al personaggio originale di Hellcat, e questo potrebbe condurre a una buona trama per la terza stagione.